Author: Anders Ge.
Nessun tutorial ed una difficoltà non impossibile ma neanche semplice, sono bilanciati da un’affascinante tematica ed una meccanica principale comprensibile. Siete pronti a far crescere il vostro culto personale?
Imperscrutabile e oscuro, così si può definire il mondo di Cultist Simulator, gioco di carte digitale in cui saremo occupati a raccogliere seguaci e discepoli dediti alla nostra causa, così da far prosperare il culto da noi creato, mentre faremo di tutto per raggiungere il nostro scopo, che sia l’illuminazione o la venerazione del caos. Ma Cultist Simulator è anche molto più di questo. In fondo, si tratta pur sempre di un gioco creato da Alexis Kennedy, fondatore di Failbetter Games e mente dietro a due capolavori profondi ed immersivi come Sunless Sea (qui la recensione) e Fallen London. Ed è anche il titolo con cui la neonata Weather Factory, software house che Kennedy ha fondato con il produttore di Failbitter Games Lottie Bevan, debutta nel mondo dell’intrattenimento digitale.
Il gioco si svolge su di un tavolo sul quale verranno disposte le nostre carte ed un certo numero di blocchi azione ci permetteranno di posizionarle per svolgere varie attività. Alcuni di questi blocchi sono passivi, necessitano cioè di essere utilizzati con la corretta carta, altri invece sono attivi e provvederanno in automatico a prelevarne dal nostro mazzo di carte.
All’inizio del gioco, avremo a disposizione solo una carta ed un blocco e, nonostante l’assenza di un qualsiasi tutorial, sarà chiaro fin da subito che l’unico modo per proseguire è quello di collegarli, azione che ci farà ottenere le risorse necessarie per mantenerci — anche se all’inizio saranno molto limitate - e, altrettanto importante, produrrà nuove carte e nuovi blocchi con cui farle interagire, prima che ci venga recapitato un lascito ed il gioco cominci realmente. Sarà necessario studiare bene il lascito che ci consentirà di avere un numero maggiore di fondi, nonché documenti da esaminare. Cominceranno poi ad essere visibili aree da esplorare, così come personaggi con cui interagire, ed altre opzioni.
Cominceremo come Aspirante, un nullatenente studente in città, che aspira ad una vita migliore e che pur di ottenerla decide di rivolgersi al soprannaturale e all’ultraterreno. Più proseguiremo e maggiori saranno le risorse che dovremo utilizzare per le nostre necessità. Risorse che sarà essenziale gestire ed organizzare con avvedutezza, per non giungere ad un prematuro — quanto inevitabile - game over.
In breve tempo il nostro tavolo si riempirà di un numero di carte non indifferente e cominceremo ad effettuare combinazioni su combinazioni, per scoprire nuovi effetti e nuove azioni.
Va da sé che il trial and error ha una forte presenza, ma la sensazione di frustrazione ed impotenza che proveremo durante le prime partite passerà velocemente, man mano che prenderemo confidenza con il gioco, ed impareremo che il trafficare con le carte è il modo migliore per progredire. E non sarà strano che la partita migliore prenda spunto proprio da uno di quegli audaci ed avventati tentativi in cui ci saremo cimentati.
Fondamentalmente, in queste semplici azioni è racchiuso tutto Cultist Simulator ma, con il progredire del gioco, le carte che andremo a “liberare” saranno così tante e varie da permetterci una vastità di situazioni enorme e sempre diverse. Più passeremo il tempo a giocare e più l’esperienza ci farà capire come agire, quali decisioni sarà più opportuno prendere e tutto comincerà ad avere un senso preciso e ben presto capiremo che il “core” del gioco sono le scelte che andremo a compiere quando assoceremo le varie carte, imparando a fare scelte anche difficili per progredire e portare a termine gli scopi che ci siamo prefissati (come chi vive e chi muore tra i nostri adepti, magari sacrificato durante un rito propiziatorio). Lentamente e con pazienza, vedremo nascere sotto i nostri occhi il mondo di Cultist Simulator, avventura dopo avventura, morte dopo morte. Perché si morirà e anche parecchie. Ma la morte fa parte del ciclo della vita e ad ogni nostra dipartita ci verrà data la possibilità di “ritornare” vestendo i panni di altri personaggi con peculiarità e ruoli diversi dal precedente, ma con delle reminiscenze, dei rimandi, a quelle che sono state le nostre vite precedenti.
Ogni carta che giocheremo potrà svolgere una sola azione per volta e non potrà essere riutilizzata per un tempo stabilito da un proprio timer interno, di durata variabile — in genere non più di un minuto - che, allo scadere, oltre ai risultati richiesti porterà anche a qualche evento inaspettato, non sempre auspicato e indipendente dall’andamento generale della partita. Che si abbiano ricchezze smisurate o meno, che si sia raggiunto potere o si stia ancora cercando di emergere, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, magari con le sembianze di un investigatore particolarmente zelante che vuole ostacolare il nostro culto e le nostre mire. Il senso di panico e di impotenza che il “tic tac” dei timers restituisce durante il gioco è uno dei momenti più eccitanti - e spaventosi — che si vivranno durante le partite a Cultist Simulator. Dovremo saper amministrare molto attentamente le risorse ed i tempi di attesa per l’utilizzo delle carte, perché la corretta gestione può fare — e di fatto fa - la differenza tra il successo (o per lo meno il progresso) e la prematura dipartita del nostro personaggio. A rendere più difficile il nostro percorso, il progredire del nostro culto e delle nostre macchinazioni, ci sarà anche il Suppression Bureau, l’ufficio che si occupa di scovare ed eliminare chi pratica le arti occulte, le invisible arts, dalle cui indagini dovremo guardarci attentamente. Fortunatamente, in ogni momento potremo mettere il gioco in pausa, così da poter consentire la lettura delle carte e ponderare la mossa successiva, nel migliore dei modi possibili.
Useremo le carte come fossero i comandi utilizzati nei “normali” giochi gestionali - perché in definitiva questo è Cultist Simulator - ma la raccolta e l’utilizzo delle risorse necessarie per portare a termine i nostri scopi non si limiterà ad alimentare le sole ragione (Reason), passione (Passion), salute (Health) e salario (Wages), che avremo sempre in evidenza sul fondo della schermata di gioco.
Né si limiterà alle esigenze meramente economiche e a quelle di sostentamento - da tenere sott’occhio sempre con attenzione perché morire di stenti non è una cosa impossibile. Dovremo occuparci anche della nostra sanità mentale, così come buona parte dei nostri fondi verranno spesi in vari modi che spaziano dal reperire antichi ed oscuri tomi - scritti in lingue come l’Aramaico, il Greco o il Latino - che dovremo esaminare attentamente, allo studio dell’occulto, a spedizioni alla ricerca di arcani e misteriosi manufatti, ed a molto altro ancora.
Si renderanno necessarie anche azioni contro chi ci si oppone (che non escludono affatto l’omicidio, sia chiaro) ed il reclutamento di nuovi adepti da inserire tra le fila dei seguaci del nostro culto e che dovremo far divenire dei veri e propri credenti, indispensabili sia per lo svolgimento di vari rituali, come per intraprendere missioni particolari e pericolose necessarie affinché i nostri scopi possano essere portati a termine. Insomma, saremo occupati con tutte quel genere di “amenità” atte a farci diventare i leader di un culto che si rispetti.
La disposizione delle carte sul tavolo da gioco, che sarà a nostra cura e che potremo variare secondo le nostre preferenze, riveste una certa importanza nello svolgimento del gioco. Questo elemento - da non sottovalutare - non è un semplice vezzo stilistico, ma ricoprirà una funzione fondamentale poiché più ordinati saremo e più facile sarà tenere sotto controllo il flusso complessivo degli avvenimenti, cosa che renderà più semplice prendere le giuste decisioni ed effettuare le combinazioni più convenienti. Contrariamente, un tavolo costruito nel caos rischierà di dare seguito ad una vita altrettanto caotica, dove le possibilità di perdere avvenimenti e combinazioni interessanti ed importanti sarà sempre dietro l’angolo.
Come più facile sarà arrivare ad un conseguente game over.
un esempio di tavolo pieno
Iniziare a giocare a Cultist Simulator è tanto affascinante quanto scoraggiante per la sua totale assenza di tutorial. Fortunatamente, la comprensibile meccanica principale di gioco ed il fascino indiscutibile della tematica non ci porteranno mai ad una vera frustrazione.
Le tantissime scelte disponibili ci daranno la possibilità di scoprire misteriosi ed immaginabili segreti, indicibili pratiche occulte che daranno lo spunto per trame ed avvenimenti vari ed interessanti.
Qualsiasi sia la fine della nostra partita, che saremo riusciti a portare a termine i nostri intenti o che saremo morti nel tentativo di farlo, la sensazione di aver preso parte ad una storia splendidamente raccontata tramite le ottime descrizioni riportate sulle carte giocate, sarà sempre una costante, molto forte ed appagante.
Il “semplice” gameplay di Cultist Simulator nasconde al suo interno una profondità enorme, fatta di scelte - spesso moralmente molto difficili - e di situazioni coinvolgenti.
Cultist Simulator è un gioco pensato con il preciso intento di mettere alla prova il giocatore che ne vuole capire e svelare i segreti. Anche quelli più nascosti e profondi. È un gioco che chiede fede in lui ed a quello che saprà restituire a chi crederà in lui, con pazienza e determinazione. In questo senso va letta anche la mancanza di un tutorial, che spinge alla sperimentazione totale per poter capire ogni aspetto del gioco e che, vista in quest’ottica assurge a illuminata scelta di game design e non a difetto, come ritenuto da più parti.
A completare il tutto troviamo anche una qualità letteraria molto ricercata e superiore alla media e del resto, non ci si poteva aspettare di meno da un gioco di Alexis Kennedy.
Ma proprio questo motivo, come sempre, rappresenta anche il vero ostacolo per la fruizione del gioco nel migliore dei modi , poiché Cultist Simulator è disponibile solo in lingua inglese. Armarsi di un buon vocabolario non è però vietato e, anche se non si potranno cogliere tutte le sfumature del testo, la fatica verrà di certo ripagata.
alcune cards
le icons
Cultist Simulator è una vera manna per gli amanti dei gestionali e dei giochi di carte, fortemente tematici. Un gioco che da il meglio di sé dopo ore di gioco, ma che comunque non delude mai. Cede un po’ il fianco ad una certa ripetitività nelle azioni, ma solo se affrontato con leggerezza e superficialità.
È un gioco per gli amanti di Lovecraft e dei miti di Cthulhu, a cui deve molto della sua ispirazione.
Cultist Simulator è un gioco affascinante, semplice e difficile allo stesso tempo. Un must have imprescindibile. Un vero capolavoro, anche se non perfetto.
Astenersi perditempo.
Cultist Simulator (game trailer)
Cultist Simulator è disponibile per Windows, macOS X e SteamOS & Linux su Steam, GOG, itch.io e Humble Bundle a 19,99 €, salvo offerte in corso o variazioni di prezzo. Il gioco è completamente in Inglese e difficilmente lo vedremo in un’altra lingua. Il grande quantitativo di testo da leggere, molto ricercato e corposo, impegnerà chi padroneggia la lingua e metterà in difficoltà chi invece non se ne destreggia, obbligandolo all’uso di un buon vocabolario — anche se più di un dettaglio si perderà inevitabilmente per strada.
In breve
Per chi è
Per chi non è
Requisiti minimi di sistema (come da scheda su Steam)
Windows