Author: Anders Ge.
Nato nel 1914 a Bussum, una cittadina poco distante da Amsterdam, nei Paesi Bassi e trasferitosi in Italia negli anni Cinquanta, Karel Thole, il cui nome completo era Carolus Adrianus Maria Thole, è stato uno degli illustratori più influenti del panorama artistico italiano ed europeo, noto soprattutto per aver dato volto e immagine a centinaia di copertine della celebre collana Urania della Mondadori, e per aver saputo interpretare in modo originale e visivamente affascinante il genere della fantascienza. Thole riuscì a fondere elementi tipici della scuola pittorica olandese, caratterizzata da un forte realismo e attenzione ai dettagli, con una visione del fantastico capace di anticipare e al tempo stesso rappresentare le inquietudini e le aspirazioni della società contemporanea.
La carriera artistica di Thole si sviluppa inizialmente nel contesto europeo, dove la sua formazione classica e l’influenza del surrealismo gli consentono di sperimentare tecniche e stili diversi, sempre mantenendo una rigorosa attenzione compositiva. L’approdo all’illustrazione per libri e riviste segna una svolta fondamentale, soprattutto grazie alla collaborazione con Mondadori iniziata nel 1960 con la copertina del romanzo L’impossibile ritorno di J. B. Dexter (The Time Kings, 1958), pubblicato sul numero 133 di Urania. Da quel momento, Thole diviene l’icona visiva della collana fantascientifica di Mondadori, contribuendo in modo decisivo al suo successo commerciale e alla diffusione della fantascienza in Italia. La sua importanza risiede anzitutto nella capacità di interpretare il testo letterario senza limitarsi a semplici raffigurazioni letterali. Le sue illustrazioni delle copertine non sono mai banali riproduzioni della trama, bensì vere e proprie
opere autonome, dotate di una forza evocativa e di una profondità simbolica che stimolano la fantasia e l’immaginazione del lettore. Questa capacità immaginifica rende Thole un illustratore unico nel panorama editoriale, le cui illustrazioni, enigmatiche e surreali, sono in grado di suscitare curiosità, inquietudine e un senso di mistero che spinge inevitabilmente alla lettura.
Dal punto di vista tecnico, Thole è un maestro nel combinare la precisione del disegno con una tavolozza cromatica raffinata e sofisticata, dove predominano toni freddi, verdi pallidi, blu tenui e grigi che conferiscono alle immagini un’atmosfera rarefatta e sospesa. Le figure umane e le creature che popolano le sue opere sono sempre rappresentate con un realismo turbante. Volti enigmatici, sguardi persi, corpi deformati o trasfigurati da una fantasia inquietante e visionaria. La qualità grafica delle sue illustrazioni è inconfondibile, frutto di un equilibrio perfetto tra esecuzione tecnica rigorosa e sensibilità artistica profonda.
Karel Thole aveva un metodo di lavoro unico e profondamente personale, caratterizzato da un approccio istintivo e sperimentale. Non leggeva quasi mai i romanzi che illustrava, specialmente quelli di fantascienza — genere che non apprezzava — ma si faceva raccontare i punti salienti dai curatori della collana, raccoglieva appunti e abbozzava un primo
schizzo. Tuttavia, al momento della realizzazione finale si concedeva ampie libertà creative, spesso stravolgendo l’idea iniziale per seguire la propria ispirazione. Utilizzava tecniche miste, combinando casualità e controllo. Talvolta rovesciava il colore sulla carta, lasciandolo espandere e asciugare in modo imprevedibile, oppure applicava la pittura a spugna per creare texture particolari. Preferiva lavorare su carta nera, che paragonava a una stanza buia piena di misteri da svelare. Un esempio di questa tecnica è la copertina del numero 735 di Urania, Sogno dentro sogno di John Hill, uno degli pseudonimi con il quale scriveva Deean R. Koontz (The Long Sleep, 1975), realizzata sfruttando macchie di colore casuali per generare forme evocative. Un’altra tecnica che usava frequentemente era lo scratchboard1, una tecnica di incisione che gli permetteva di
ottenere immagini nitide e ad alto contrasto, ideali per rappresentare ambientazioni inusuali e surreali. Tutte le copertine della serie di libri di Fantomas, sempre di Mondadori (35 titoli, usiti tra il 1963 e il 1966) furono realizzate con questa tecnica, ma vennero successivamente colorate per la stampa, facendo perdere parte dell’impatto dato dal contrasto degli originali monocromatici.
Oltre ai metodi più sperimentali, Thole era anche un maestro nel disegno tradizionale. Utilizzava inchiostro e pennino per creare illustrazioni dettagliate e ipnotiche, spesso arricchite da suggestioni surrealiste, come si può vedere in molte copertine di Urania. In altre copertine, come quelle ispirate ai racconti di Edgar Allan Poe, sovrapponeva tecniche differenti per ottenere effetti di profondità e inquietudine, mescolando figure umane deformate, architetture oniriche e scenari oscuri. Pur definendosi illustratore piuttosto che pittore, sapeva trasformare ogni copertina in un’opera autonoma,
capace di evocare suggestioni profonde. La sua indipendenza creativa era tale che, pur partendo da linee guida suggerite dagli editori, il risultato finale sorprendeva sempre, riuscendo a catturare perfettamente lo spirito del romanzo senza esserne una semplice trasposizione visiva. Grazie alla sua maestria tecnica e alla sua sensibilità artistica, Thole ha ridefinito l’immaginario fantascientifico, lasciando un’eredità visiva ancora oggi riconoscibile e apprezzata.
Le copertine di Thole rappresentano anche un interessante punto di osservazione sui cambiamenti culturali e sociali del secondo Novecento. In esse si può leggere una sottile riflessione critica sulla società contemporanea, sulle sue paure, le sue utopie, i suoi sogni e le sue distopie. Negli anni Sessanta e Settanta, periodo di grande fermento culturale e scientifico, Thole coglie e traduce visivamente temi come la minaccia atomica, la paura della tecnologia, le tensioni politiche e sociali, ma anche il fascino verso l’ignoto, l’esplorazione spaziale e la scoperta di mondi alternativi. In questo senso, la sua opera diventa un autentico specchio dei tempi, una riflessione artistica profonda e talvolta disturbante sulla condizione umana e sul futuro.
È interessante notare come Thole si distacchi radicalmente dallo stereotipo spesso associato all’illustrazione fantascientifica, che frequentemente tendeva (e tende) a privilegiare immagini più spettacolari e/o tecnologiche. Al contrario, Thole opta per soluzioni estetiche più raffinate, minimaliste, simboliche, dove la psicologia prevale sull’effetto immediato della meraviglia visiva. Questo approccio lo distingue nettamente dai contemporanei e da gran parte degli illustratori successivi, creando una cifra stilistica originale che ancora oggi è facilmente riconoscibile e fortemente apprezzata.
È stato spesso sottolineato, dalla critica più attenta, proprio questa capacità di Thole di creare immagini di forte impatto simbolico, che sembrano dialogare direttamente con l’inconscio del lettore, stimolando emozioni oltre alla rappresentazione visiva. Alcuni hanno visto nelle sue opere una sorta di realismo magico fantascientifico, un incontro suggestivo tra le
atmosfere surreali di Magritte e la precisione formale della pittura fiamminga, aggiornato ai temi della modernità e alle ansie della società industriale e post-industriale.
La vastissima produzione di Thole — oltre mille copertine solo per Urania, senza contare le numerose illustrazioni per altre collane e riviste — è testimonianza della sua prolificità e della sua capacità di reinventarsi continuamente. Nonostante l’enorme mole di lavoro, la qualità artistica delle sue illustrazioni rimane sempre elevata, segno di una costante ricerca stilistica e di una passione autentica per il proprio mestiere. Questa dedizione lo rende un artista autentico e straordinario, capace di fondere esigenze commerciali e artistiche in un’unica soluzione coerente e affascinante.
Karel Thole emerge come una figura fondamentale nella storia dell’illustrazione e della cultura visiva italiana ed europea del XX secolo. La sua opera, caratterizzata da un equilibrio perfetto tra tecnica, immaginazione e sensibilità artistica, armonizza magnificamente fantasia e profondità critica, continuando ad esercitare un forte fascino su lettori e appassionati di allora come di oggi, confermando l’elevato valore artistico e culturale delle sue opere.
Analizzare oggi l’eredità di Thole significa comprendere non soltanto il suo contributo al genere specifico della fantascienza, ma anche il suo più ampio ruolo di interprete raffinato e originale delle inquietudini, le ansie e i desideri ultramoderna, grazie ad un’impronta visiva e simbolica che continua a vivere ancora oggi e lo farà anche domani.
Karel Thole, nome d’arte di Carolus Adrianus Maria Thole, nasce il 20 aprile 1914 a Bussum, vicino ad Amsterdam, nei Paesi Bassi. Appassionato di disegno fin da bambino, studiò alla Scuola Statale di Disegno di Amsterdam, orientando presto la sua carriera verso la grafica pubblicitaria e l’illustrazione editoriale. Raggiunge rapidamente notorietà in Olanda grazie alle sue illustrazioni dettagliate e alla sua velocità esecutiva, realizzando centinaia di opere. Nel 1958, in cerca di nuovi stimoli artistici, si trasferisce a Milano con la famiglia. Dopo due anni in cui collabora con la casa editrice Rizzoli, nel 1960 inizia la lunga e proficua collaborazione con Arnoldo Mondadori Editore, che si protrae fino al 1998, anni in cui illustra in particolare le copertine della collana di fantascienza Urania, realizzando una serie di illustrazioni iconiche che
gli garantiscono fama internazionale. Sempre per Mondadori, nel 1963 crea le copertine per i libri del ciclo di Fantomas, realizzate in bianco e nero con la tecnica dello scratchboard. Espone in numerose mostre personali e collettive, acquisendo notorietà anche in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove collabora con vari e prestigiosi editori. Negli anni Ottanta rallenta il suo lavoro a causa di problemi alla vista, ma riesce comunque a concludere importanti opere, tra cui le illustrazioni per i Racconti di Edgar Allan Poe (Nuages, 1994). Nel 1982, per Antonello Venditti, realizza la copertina del disco Sotto la pioggia.
Muore all’età di 85 anni a Cannobio, un comune situato sul Lago Maggiore, il 26 marzo nel 2000, lasciando una vasta eredità artistica che continua a influenzare il mondo dell’illustrazione e della cultura visiva.
Lo Scratchboard, o Scrapeboard, è una tecnica di illustrazione che prevede l’incisione di un rivestimento d’inchiostro nero per rivelare il fondo bianco, creando immagini dettagliate ad alto contrasto, simili alle incisioni.↩︎