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River Song. La solitudine dell’amore. Una vita per il Dottore. (Prima parte)

Author: Anders Ge.

Nel cuore fratturato del tempo di Doctor Who, nessun personaggio incarna meglio l’amore, il mistero e il paradosso di River Song. Moglie, figlia, compagna e leggenda: la sua storia è un viaggio al contrario attraverso le vite del Dottore e i confini della memoria.

River Song


ATTENZIONE!

Se state leggendo, presumibilmente sapete di chi e di cosa si parla in questo articolo. È altrettanto probabile che conosciate già le vicissitudini che hanno accompagnato il personaggio di River Song all’interno di Doctor Who, quanto meno nelle serie televisive. Detto ciò, ad ogni buon conto, sappiate che l’articolo contiene (per ovvie ragioni) una certa quantità di SPOILER.
Buona lettura.


Prima Parte

Viaggi nel tempo e nei cuori: gli incontri tra River Song e le incarnazioni del Dottore
Nel vasto e labirintico universo narrativo di Doctor Who, pochi personaggi hanno saputo incarnare con altrettanta intensità la vertigine del tempo quanto River Song. Moglie del Dottore, figlia di due dei suoi companion più fedeli, presenza costante tra le pieghe della vita e della morte, River rappresenta una delle figure più affascinanti, sfuggenti e complesse dell’intera mitologia della serie. Con il suo diario sempre in mano, River attraversa il tempo in modo non lineare, incrociando ripetutamente il cammino del Dottore nelle sue molteplici incarnazioni.
Il suo racconto personale — disseminato tra episodi televisivi, racconti brevi e altri svariati media — si intreccia indissolubilmente a quello del Signore del Tempo, costruendo una trama relazionale atipica, fatta di inversioni cronologiche, di addii pronunciati prima degli incontri e di sentimenti che si sviluppano al contrario. Ogni sua apparizione aggiunge profondità non solo al personaggio, ma alla stessa natura del Dottore, svelandone lati nascosti, vulnerabilità e passioni.
Ripercorrere oggi tutti i momenti in cui River ha incontrato il Dottore — nelle sue varie incarnazioni, da quelle televisive a quelle soltanto audio — significa anche cogliere la portata emotiva e narrativa di una delle relazioni più originali e durature del panorama fantascientifico contemporaneo. Proverò a esplorare una buona parte di questi incontri, evidenziando il modo in cui ciascun Dottore ha contribuito a plasmare River. E viceversa, ovviamente. Perché se è vero che il Dottore viaggia nello spazio e nel tempo, è altrettanto vero che River Song viaggia nei cuori e non solo nei due del Dottore.

Un addio che inizia tutto: il Decimo Dottore, il primo incontro
River Song fa il suo ingresso nell’universo di Doctor Who nel 2008, all’interno della quarta stagione della serie moderna, in quello che è considerato uno degli archi narrativi più memorabili e commoventi dell’era Tennant: il dittico Le ombre assassine (Silence in the Library, Ep.4-08) e Frammenti di memoria (Forest of the Dead, Ep.4-09). Interpretata da una carismatica e intensissima Alex Kingston, River si presenta fin da subito come una figura enigmatica e al tempo stesso intimamente legata al Dottore, al punto da conoscerne segreti che lui stesso non ha ancora vissuto. E proprio questo ribaltamento narrativo, in cui è lei a sapere tutto e lui nulla, rende il loro primo scambio tanto avvincente quanto straniante.
Il Dottore in questione è il Decimo, incarnato da un fantastico David Tennant (probabilmente ad oggi il più apprezzato e amato Dottore, almeno della serie moderna), ancora nella pienezza del suo entusiasmo e nella fase centrale della sua esistenza. Ma mentre per lui si tratta della prima volta che incontra River, per lei è l’ultima. Questo disallineamento temporale, tipico delle relazioni non lineari nell’universo della serie, costruisce una tensione emotiva unica: lo spettatore è testimone di un addio che il Dottore non è ancora pronto a comprendere, mentre River affronta consapevolmente la fine del suo viaggio insieme a lui.
Al termine dell’episodio, River si sacrifica per salvare le coscienze intrappolate nella biblioteca virtuale, lasciando dietro di sé un’impronta indelebile tanto sul Dottore quanto sul pubblico. Tuttavia, la sua coscienza viene digitalizzata e preservata, lasciando aperta la possibilità (e il desiderio) di rivederla ancora (e ancora… e ancora…).
Ma il rapporto tra River e il Decimo Dottore non si esaurisce in questi due episodi. Nei successivi anni, le produzioni audio di Big Finish (inedite in Italia) hanno approfondito e ampliato il legame tra i due, inserendo nuovi tasselli nel mosaico della loro relazione. Nelle antologie The Tenth Doctor and River Song, A Brave New World e The First Son, la coppia si ritrova coinvolta in nuove avventure temporali che espandono il loro repertorio emotivo e narrativo. Il videogioco Lost in Time (2022, iOS e Android) propone un inedito prequel agli eventi televisivi, dove River incontra il Dottore in un punto ancora più remoto della loro timeline condivisa, ma per preservare la coerenza degli eventi futuri — e impedire al Dottore di scoprire troppo presto chi sia lei — è costretta a cancellargli la memoria. È un gesto doloroso, ma necessario, che conferma quanto River, fin dall’inizio, abbia amato il Dottore in modo complesso, maturo, spesso silenzioso. Un amore che si misura non soltanto nei momenti vissuti insieme, ma anche in quelli sottratti per proteggere il flusso del tempo.

River Song

L’epoca dell’amore, del caos e delle verità svelate: l’Undicesimo Dottore
Il legame tra River Song e l’Undicesimo Dottore — interpretato da un giovane e magnetico Matt Smith — rappresenta il vero cuore emozionale e mitologico del suo arco narrativo. È con questa incarnazione del Signore del Tempo che il loro rapporto evolve da misterioso incrocio di linee temporali a vera e propria relazione sentimentale, fatta di complicità, sacrifici, e un amore tanto profondo quanto instabile, condizionato dal flusso inverso delle loro rispettive esistenze. Un amore vissuto al contrario, disseminato di ambiguità, segreti e frammenti rubati di eternità.
Il primo incontro in ordine di trasmissione avviene nella quinta stagione della serie, nei due episodi Il tempo degli Angeli (The Time of Angels, Ep.5-04) e Carne e pietra (Flesh and Stone, Ep.5-05). River appare improvvisamente, elegante e sicura di sé, un’eroina fuori dal tempo e armata di conoscenze che il Dottore ancora non possiede. È affascinante, brillante, enigmatica, un personaggio già formato, che porta con sé un intero passato (o futuro?) che il Dottore non può ancora comprendere. Ancora una volta è proprio questa asimmetria temporale a generare una tensione narrativa unica, in cui lo spettatore si ritrova a decifrare, insieme al protagonista, chi sia davvero questa donna che sembra conoscere ogni dettaglio della sua vita.
River, a questo punto della sua linea temporale, ha già vissuto molti momenti con il Dottore. Per lui, invece, è solo l’inizio. Il pubblico si ritrova così nella posizione privilegiata, talvolta dolorosamente triste, di conoscere alcuni degli esiti prima ancora che i personaggi stessi possano comprenderli. La loro relazione, così, si sviluppa al contrario, e proprio per questo acquista un’intensità inedita. Non esistono vere prime volte, ma solo addii che precedono i saluti.
Nel finale della quinta stagione, in La pandorica si apre (The Pandorica Opens, Ep.5-12) e Il Big Bang (The Big Bang, Ep.5-13), River diventa una figura chiave nella battaglia cosmica che coinvolge il Dottore e l’intero universo. Ma è con l’arrivo della sesta stagione che il suo ruolo deflagra definitivamente. La trama si complica e si arricchisce di nuove rivelazioni sconvolgenti. Apprendiamo che River è in realtà Melody Pond, figlia di Amy Pond e Rory Williams, due dei compagni di viaggio più amati del Dottore, che è stata concepita a bordo del TARDIS, motivo per cui ha assorbito parte della genetica dei Signori del Tempo.
Il suo destino, però, è tutt’altro che sereno: rapita da Madame Kovarian, viene cresciuta in segreto per diventare un’arma letale, destinata a uccidere il Dottore. In questo arco narrativo, River attraversa due rigenerazioni e affronta una lotta interiore lacerante, tra ciò che le è stato imposto e ciò che è destinata a diventare. Alla fine, rinuncia al ruolo di assassina e rivendica la propria identità, scegliendo il nome River Song e affermando con forza il proprio libero arbitrio. Tutto questo trova il suo culmine nell’ultimo episodio (il tredicesimo) della sesta stagione, Il matrimonio di River Song (The Wedding of River Song, Ep.6-13), in cui le linee temporali collassano e l’intero universo si blocca in un eterno presente. In quel caos surreale, River e il Dottore si sposano, sebbene la natura ufficiale di quel matrimonio resti volutamente ambigua. È un gesto simbolico, un atto d’amore al di fuori del tempo, che sigilla un’unione già scritta nelle pieghe della loro storia.
Ma anche dopo il matrimonio, il rapporto tra River e l’Undicesimo Dottore non si esaurisce. Anzi, si rafforza attraverso le assenze. Nei cortometraggi Night and The Doctor (5 mini-episodi della durata di 3 minuti, Bad Night, Good Night, First Night, Last Night e Up All Night, contenuti nei DVD della sesta stagione) assistiamo a momenti intimi e malinconici che mostrano quanto i due siano legati nonostante le circostanze. La loro storia d’amore è fatta di fughe, incontri rubati, e addii che si rinnovano in continuazione.
In Gli angeli prendono Manhattan (The Angels Take Manhattan, Ep.7-05), River ritorna per l’ultima avventura con i suoi genitori, Amy e Rory, in un episodio che segna la fine del loro viaggio nel TARDIS. La loro perdita e la separazione dal Dottore la spingono verso una dimensione quasi onirica: River diventa una figura sospesa tra i mondi, la cui presenza si manifesta sempre più come memoria viva che come realtà tangibile.
L’ultimo incontro (parlando cronologicamente) con l’Undicesimo Dottore avviene in Il nome del dottore (The Name of the Doctor, 7-13), l’episodio conclusivo della settima stagione. Qui River appare sotto forma di coscienza digitale, la stessa che il Decimo Dottore aveva salvato anni prima nella Biblioteca. La sua voce, la sua immagine, la sua essenza rimangono legate al Dottore anche dopo la morte, in una forma di amore ultraterreno che trascende i limiti dello spazio e del corpo. I due si scambiano un ultimo saluto, struggente e poetico, prima che River svanisca nella luce.
È un commiato dolceamaro, che suggella una delle storie più emozionanti e articolate dell’intera serie. Un amore vissuto in disordine, eppure straordinariamente coerente nella sua intensità. Un legame che ha ridefinito il modo in cui Doctor Who sa raccontare la profondità dei sentimenti anche (e soprattutto) attraverso il prisma della fantascienza.

River Song

L’ultima sinfonia d’amore: il Dodicesimo Dottore
Dopo un lungo intervallo, River Song torna a solcare lo spaziotempo della serie nel 2015, tra la nona e la decima stagione, protagonista dello speciale natalizio I mariti di River Song (The Husbands of River Song, 2015). È sicuramente un ritorno inaspettato ma capace di fondere leggerezza e commozione in uno degli episodi più toccanti e divertenti dell’era Peter Capaldi, come Dodicesimo Dottore, che Capaldi interpreta magistralmente con intensità e malinconia (e, personalmente, è uno dei miei preferiti). Ed è proprio con lui che River vive il suo ultimo incontro o, meglio, quella notte che per anni era rimasta solo un’evocazione nei suoi racconti. Curiosamente, al momento del loro ricongiungimento, River non riconosce l’uomo che ha davanti. Il volto invecchiato e severo del Dodicesimo Dottore è ancora per lei un’incognita, e il Dottore decide di non rivelarsi subito. Ne nasce così un gioco narrativo in cui la tensione emotiva si mescola al tono farsesco, tra battute brillanti e momenti di comicità quasi slapstick. Questo slittamento d’identità consente alla storia di esplorare il loro rapporto da una nuova angolazione: River, sempre così sicura di sé, si ritrova per una volta a ignorare l’identità dell’uomo con cui condivide il destino.
Ma quando infine River comprende la verità, che quell’uomo taciturno e ironico è il suo Dottore, ancora una volta e per l’ultima volta, la narrazione cambia registro. L’episodio si trasforma allora in una meditazione sulla consapevolezza del tempo, sulla bellezza degli addii scelti, sull’amore che non ha bisogno di spiegazioni ma solo di presenza. Il Dottore la conduce alle mitiche Torri Cantanti di Darillium, un luogo che per lungo tempo era stato solo un’eco nei racconti di River, il sito dell’ultima notte che avrebbero trascorso insieme prima della sua morte.
Quel momento, sempre rimandato, sempre sussurrato, si concretizza finalmente sullo schermo. Ma non si tratta di una notte qualunque, perché su Darillium un giorno dura ventiquattro anni. Un tempo dilatato, sospeso e prezioso. Una notte che è in realtà una piccola vita condivisa, un dono che il Dottore fa a River sapendo che sarà l’ultima. Le dona una nuova versione del cacciavite sonico (simbolo della loro tecnologia, ma anche del loro legame) ma, soprattutto, le regala tempo, l’unica cosa che River non ha mai avuto con lui in misura sufficiente.
L’episodio con eleganza unisce commedia romantica e tragedia silenziosa, mettendo in scena un addio che non ha bisogno di lacrime per essere devastante. È un canto del cigno sommesso e dolcissimo, che chiude in bellezza una delle relazioni più singolari e stratificate mai raccontate nella storia della fantascienza seriale (ma mi sbilancerei anche a dire in generale). Per la prima volta, River e il Dottore non devono correre contro il tempo. Possono semplicemente stare insieme, sapendo che ogni ora condivisa è un atto di amore consapevole.
I mariti di River Song non solo è la conclusione del loro legame sul piano televisivo (ad oggi è l’ultima apparizione in carne e ossa di River Song nella serie), ma è anche la realizzazione definitiva di ciò che la loro storia ha sempre inseguito: un momento di pura reciprocità. Nessuna battaglia, nessuna fuga, nessun segreto. Due persone complicate che, per una volta, riescono a fermarsi. E amarsi davvero.



CONTINUA…

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