Author: Anders Ge.
Un “fuori serie” di Blake et Mortimer, voluto e disegnato da François Schuiten e scritto insieme Thomas Gunzig e Jaco Van Dormael, che ammalia ed incanta ad ogni pagina. Un capolavoro della nona arte, imprescindibile per ogni appassionato del fumetto, di qualsiasi genere.
NB. Gli albi di Blake e Mortimer in Italia sono editi da Alessandro Editore. Dato che Le Dernier Pharaon è una storia fuori serie, al momento non è ancora noto se e quando — e da chi verrà — editata in Italia, anche se la pubblicazione da parte dello stesso editore è assai probabile.
Anni dopo essere stato nella Grande Piramide (Il mistero della Grande Piramide — Le Mystère de la Grande Pyramide, Le Journal de Tintin, 1950-1952), i ricordi di quell’avventura egiziana tornano ad animare gli incubi di Philip Mortimer dal momento che lo scienziato comincia ad indagare su di una misteriosa radiazione sprigionatasi dal Palazzo di Giustizia di Bruxelles, capace di generare un campo magnetico così potente da riuscire a bloccare i circuiti elettronici e a provocare l’aurora boreale. Gli effetti non mancano neanche sugli uomini che, se esposti alle radiazioni, cadono presto preda di spaventose e pericolose allucinazioni. Per contenere le radiazioni, viene costruita un’enorme Gabbia di Faraday intorno alla costruzione e, nonostante le opposizioni di Mortimer, per ordine di Sir Francis Blake, i militari evacuano completamente la città, circondandola con un muro così da impedire a chiunque di farci ritorno. Mentre il tempo passa, Bruxelles diventa una città fantasma, che sprofonda sempre più nell’oscurità. Anni dopo, un gruppo di persone, penetrato nel perimetro della città, provoca una spaccatura nelle fondamenta del palazzo e le radiazioni cominciano ad uscire nuovamente, causando blackout e blocchi specialmente ai computer ed ai servizi che da essi dipendono in gran parte dell’Europa. Per avere definitivamente la meglio sulle radiazioni, l’esercito elabora un rischioso piano che potrebbe mettere a repentaglio il futuro del mondo intero. Per gli ormai anziani Blake e Mortimer è arrivato il momento di mettere da parte gli screzi ed i litigi, che hanno incrinato la loro amicizia ormai da tempo e di tornare all’interno della città di Bruxelles, che scopriranno non essere così abbandonata come credevano, per tentare ancora una volta di salvare il mondo.
Con la partecipazione alla sceneggiatura dello scrittore Thomas Gunzig, del regista Jaco Van Dormael (L’ottavo giorno, Mr. Nobody) e con i colori di del cartoonist Laurent Durieux, François Schuiten pubblica per Dargaud una nuova avventura di Blake et Mortimer.
L’opera ha richiesto tre anni di lavoro duro ed impegnativo che il creatore — insieme a Benoît Peeters — della celebre e splendida serie de Les Cités obscures (Le città oscure), colpevolmente edita in Italia solo parzialmente e senza continuità, ha utilizzato per realizzare un album (fuori serie) diverso dai soliti dedicati al capitano dell’MI5 - i servizi segreti britannici - Sir Francis Percy Blake ed al suo fraterno amico, il fisico nucleare Philip Angus Mortimer, che il disegnatore e scrittore belga Edgar P. Jacobs ideò nel 1946 e che esordì sulle pagine della rivista Le Journal de Tintin.
Nel 2012 Daniel Couvreur, giornalista de Le Soir e appassionato dell’opera di Jacobs, rinviene le note lasciate dall’autore belga inerenti ad una storia che vede Olrik nascondersi nei sotterranei del palazzo di giustizia di Bruxelles per sprigionare una strana e misteriosa onda radio che gli permette di bloccare all’istante tutte le trasmissioni radio e televisive. Il giornalista mostra al suo amico Schuiten il ritrovamento e questi ne vede una possibile idea per la realizzazione di una storia che collega la sua arte con quella di Jacobs. In vacanza con l’amico regista Jaco Van Dormael, scopre che lui è appassionato al mistero che si cela nella seconda avventura di Blake et Mortimer (Il mistero della Grande Piramide) ed all’amnesia di cui i due protagonisti sono vittime alla fine della storia. Si unisce quindi alla stesura della sceneggiatura del volume in preparazione, suggerendo a François Schuiten di coinvolgere nel progetto anche lo scrittore Thomas Guzing, con cui aveva collaborato alla sceneggiatura del suo film Dio esiste e vive a Bruxelles (Le Tout Nouveau Testament, 2015) poiché, a suo avviso, avrebbe dato un apporto significativo allo spessore della trama, grazie alla sua grande capacità di rendere e mostrare le ansie dei nostri tempi.
I tre artisti cominciano così a lavorare sul progetto e quello che si rende subito evidente è la necessità di poter andare oltre a quelle linee guida indicate da Jean Van Hamme quando, nel 1995, decise di dare un seguito alle avventure realizzate da Jacobs. Questo sia per quanto riguarda la parte grafica che per l’indicazione di far svolgere le storie negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Regole a cui Yves Schlirf, editor dei volumi di Blake e Mortimer — nonché direttore editoriale di Dargaud Benelux e vicedirettore di Dargaud — decide di trascendere, dando il permesso ai tre di approcciare i personaggi come ritengono più opportuno, considerando l’album come uno speciale fuori serie e non l’inizio di una nuova serie.
Indubbiamente una prova di fiducia ben riposta.
L’atmosfera di Le Dernier Pharaon, pur rifacendosi alle storie “classiche” dei due inglesi, si discosta parecchio dalle loro atmosfere, mettendo da parte quel senso di “romantica avventura” che si respira nelle loro storie, in favore di situazioni che rispecchiano molto da vicino le moderne inquietudini e le nevrosi quotidiane. Lo slittamento temporale in avanti, ha dato la possibilità di affrontare temi sociali che riflettono i tempi in cui viviamo. Così la trama di Le Dernier Pharaon diviene un’occasione per gli autori di occuparsi di temi sociali quali l’immigrazione, la paura del diverso, i cambiamenti climatici che stanno alterando gli equilibri del mondo, nonché la dipendenza ormai quasi totale dalla tecnologia che ci ha reso non più i padroni ma suoi “schiavi”. Al centro della storia non troviamo solo Blake e Mortimer, ai quali l’autore — e co-sceneggiatore — rende un appassionato omaggio, ma anche la città di Bruxelles, da sempre a lui cara, con le sue contraddizioni ed i suoi paradossi. La modernizzazione e l’urbanizzazione esagerata di alcune zone a discapito di altre, la cultura, il Parlamento Europeo che l’ha resa (anche suo malgrado) città fortemente cosmopolita, con tutti i pro ed i contro possibili. Una città che Schuiten ha più volte omaggiato nei suoi lavori. Basti pensare all’ottimo Brüsel (1992), quinto volume de Les Cités obscures, o alla docufiction Le Dossier B (1995), sceneggiata con Benoît Peeters e diretta da Wilbur Leguebe, ambientata nello stesso mondo delle Città Oscure e dove “B” sta per Bruxelles — ovviamente, e molti altri lavori — anche non di fiction — ad essa dedicati. Seguiremo il professor Mortimer per le vie note della città, passando anche per la Gare du Midi, dove Schuiten si concede anche una citazione inserendo la sua iconica locomotiva 12 La Douce (12 L’amata, Alessandro Editore, 2012) — la Type 12 delle ferrovie belga (SNCB).
È una città devastata dalle radiazioni, quella che vede l’autore attraverso gli occhi del protagonista della storia, un’identificazione resa ancora più tangibile dalla presenza, accanto allo scienziato, del cane James che nella vita reale accompagna sempre lo stesso Schuiten.
E poi c’è l’altro protagonista di questa incredibile storia: il Palazzo di Giustizia, anch’esso con il suo “carico” di misteri. Situato su uno dei punti più alti della città, fu costruito dall’architetto Joseph Poelaert, geniale architetto dal carattere estremamente “particolare”. Voleva tenere tutto sotto controllo personalmente, non fece mai conoscere i progetti completi della costruzione neanche al suo committente e, finito per essere licenziato, si dice fosse diventato pazzo. Ad oggi ancora non esistono i progetti definitivi ed il palazzo non è stato completato.
Figlio e fratello di architetti, Schuiten è sempre stato interessato alla particolarità architettoniche del palazzo, come della città e più in generale dall’architettura, cosa che traspira dalle tavole dei suoi lavori e che fa delle sue geometrie un segno distintivo, particolarmente apprezzabile nelle sue (re)interpretazioni dei palazzi all’interno del mondo, tanto intrigante quanto sorprendente ed affascinante, del Le Città Oscure.
due vecchi Olrik e Mortimer
Schuiten ha dato vita ad un’opera immensa, perfettamente nello stile e nel pensiero di Jacobs, mettendosi letteralmente “sui suoi passi” e tornado allo spirito stesso delle avventure ideate dall’artista belga, mantenendo al contempo inalterata la sua marcata ed inconfondibile personalità artistica, il suo stile ed il tratteggio che si fanno ammirare anche sui personaggi di Jacobs.
L’autore ha accresciuto le linee e il tratteggio, dando più intensità alle situazioni e ad ogni vignetta. Un vero tripudio visivo che beneficia anche dell’eccezionale lavoro ai colori di Laurent Durieux, che è riuscito nel non semplice compito di elevare l’opera di Schuiten, dando una maggiore leggibilità alle sue tavole, soprattutto per quanto concerne gli sfondi, senza “mortificarne” la magistrale e magnifica arte.
Arte che sarà ulteriormente esaltata dall’edizione in bianco e nero, la cui uscite è prevista per fine anno.
Imperdibile.
E se graficamente il lavoro supera pienamente e di gran lunga tutte le più rosee aspettative generate fin dal momento del suo annuncio, nel 2015, non da meno è la sceneggiatura, che probabilmente anche lo stesso creatore dei personaggi avrebbe apprezzato, anche se più vicino alla serie de Le Città Oscure che alle storie canoniche dei duo protagonisti.
serigrafia
Le Dernier Pharaon è senza alcun dubbio una bellissima bande dessinée.
Può contare su di una trama forte, sulla giusta dose di mistero, azione e colpi di scena. L’atmosfera che si respira in tutto l’albo è magnetica e invita ad andare oltre, a voltare pagina alla scoperta di un mondo così estraneo e familiare al tempo stesso.
Nella seconda metà, poi, è un susseguirsi di tensione e scoperte. Tutto è perfettamente incastrato e congegnato per legare a sé il lettore indissolubilmente.
La parte del leone è rappresentata indubbiamente dall’aspetto visivo dei sontuosi disegni di François Schuiten, che lasciano letteralmente senza fiato. Magnifici!
Questo è a tutti gli effetti un volume di Blake e Mortimer, in cui troviamo tutti gli stilemi della serie classica. Ci sono i due protagonisti (anche se, in verità, tra i due è Mortimer il vero protagonista, con Blake in un ruolo più marginale e meno presente). C’è la scienza, il pericoloso cattivo, la tecnologia e, ovviamente, una minaccia globale da sventare, prima che sia troppo tardi.
(da sinistra) Thomas Gunzig, Jaco Van Dormael, François Schuiten e Laurent Durieux
Per chi scrive, Le Dernier Pharaon è senza dubbio l’evento fumettistico dell’anno, frutto di un intenso lavoro di squadra, durato tre anni.
Un omaggio all’opera di Jacobs destinato a restare nel tempo, che sarà un piacere sfogliare tra trent’anni, così come lo è oggi.
Le Dernier Pharaon (bande annonce)
François Schuiten
version normal
version luxe
version demi format
Un Aventure de Blake et Mortimer
Le Dernier Pharaon
Autour de Blake & Mortimer, tome 11
disegni: François Schuiten
sceneggiatura: Thomas Gunzig,
Jaco Van Dormael, François Schuiten
colori: Laurent Durieux
Blake Et Mortimer / Dargaud
cartonato
colore
pag. 92 (normale)
pag. 176 (demi-format)
2019
Laurent Hennebelle
edizione limitata deluxe
cartonato
colore / bianco e nero
pag.108
2019