Author: Anders Ge.
Una striscia surreale, disegnata splendidamente, carica di trovate “impossibili” ed affascinanti nella loro assurdità. Un capolavoro che arriva ora anche in Italia.
Una premessa: nonostante edito in Italia da Barta Edizioni, nella recensione mi riferisco al volume con il suo titolo originale, non per “esterofilia” o “snobbismo”, ma solo perché ho sempre visto ed ammirato questa striscia con il titolo originale, come originale è la versione che possiedo. Per questo motivo mi viene naturale riferirmici in questo modo.
Non me ne voglia quindi l’editore italiano, ed il lettore di questa recensione, poiché comunque la sostanza non cambia.
the bus (il titolo è volutamente sempre in minuscolo) di Paul Kirchner è una striscia minimale che ha come protagonista il Commuter, un normale impiegato di mezz’età, con evidenti problemi di calvizie e sovrappeso, ed i suoi viaggi in autobus — l’altro (vero?) protagonista della serie.
Partendo da presupposti semplici, perfino banali, che vedono spesso il protagonista in attesa dell’autobus, in una manciata di vignette — che nella maggior parte dei casi sono sempre sei o otto - evolve velocemente in modi inaspettati e surreali, portandoci in un mondo dove la logica della prospettiva, le geometrie e tutto quello a cui siamo abituati, perdono il contatto con la realtà così come la conosciamo e la percepiamo. Una situazione “normale” viene così abilmente mutata da Kirchner in qualcosa di assolutamente diverso e inaspettato.
Originariamente pubblicata per sei anni sulle pagine della rivista americana Heavy Metal (versione a stelle e strisce della mitica rivista francese Métal Hurlant) tra il 1979 ed il 1985, quando l’autore decise di sospenderla perché il passaggio della periodicità del magazine da mensile a quadrimestrale avrebbe causato un eccessivo allentamento della “tensione” narrativa.
Nel 2013 l’autobus torna in servizio con una serie di nuove strisce, alcune delle quali in precedenza edite su riviste americane ed europee, raccolte nel volume the bus 2.
Queste strisce in bianco e nero sono un piacere da guardare, anche per il solo volere ammirare il lavoro di Kirchner.
Le sue tavole sono impeccabile.
Il tratto, i personaggi, le situazioni surreali, tutto è rappresentato con magistrale, quasi asettica e distaccata, bravura e con una grande pulizia del tratto.
Alla surrealità delle situazioni fa da contrapposizione la struttura rigida delle strisce, sempre all’interno di una griglia ben delineata ed elegantemente illustrate.
Kirchner ha l’assoluto controllo della sua linea, che usa con padronanza per creare tutti gli elementi fondamentali che compongono le sue strisce, riuscendo così a stabilire una connessione con la realtà del lettore, per poi ridurla in mille pezzi con trovate quasi deliranti. Le strisce, che nella quasi totalità sono prive testi, cominciano sempre con un presupposto che poi viene insidiato fino ad essere completamente stravolto dal surreale e dall’assurdo in un paradosso visivo pieno di trovate e sketch, che vanno oltre le comuni regole della logica visiva, in un mendo dove l’assurdo è la normalità, portando alla mente l’opera dell’artista svizzero M.C. Escher (con il quale condivide la perizia nel disegno e la sua struttura paradossale).
In the bus è la realtà, così come la conosciamo, ad essere sconvolta e stravolta, dandoci la possibilità di andare oltre al “vero” e di concepire un mondo che in qualsiasi momento può passare dalla banale immobilità quotidiana, ad un altro onirico e privo di quelle catene di logicità che lo tengono — e ci tengono — ancorati ad esso senza possibilità di “fuga”.
Salire sul bus significa partire per un viaggio magnifico e profondo, che attraversando il paradosso e il fantastico, ci permette di “accettare” situazioni altrimenti impossibili da concepire.
In the bus c’è un gioco continuo di prospettive, di mutamento dal reale all’irreale che diviene logico e plausibile. Differenti livelli di realtà che possono essere sfogliati come le pagine di un libro.
Non c’è un inizio e non c’è una fine, solo più strati.
A volte lo sviluppo della striscia è semplice. A volte la situazione raccontata è invece più articolata. Altre volte ancora, Kirchner usa i soli elementi ricorrenti dalla striscia, il bus e l’uomo.
Questa alternanza tra semplice e complesso funziona perfettamente, riuscendo a generare sempre il giusto livello di “tensione” e stupore all’interno delle strisce.
Nonostante tutto, ed abbastanza imprevedibilmente, the bus è anche una striscia densa di umanità che in più di un’occasione riesce a fare identificare il lettore con il Commuter; vittime entrambi di in un mondo spesso al di là di ogni controllo e comprensione, non resta che sognare, magari da svegli e mentre si intraprende il quotidiano viaggio verso il luogo di lavoro. Le fantasie diventano così le uniche consolazioni in una vita di quotidiana routine, che rende spesso come passivi passeggeri durante il viaggio della vita.
il bus è una lettura appassionante e spiazzante, da assaporare e gustare pagina dopo pagina, striscia dopo striscia, possibilmente senza fretta e magari in più riprese.
Anche se non sarà facile resistere alla voglia di vedere, subito, quello che Kirchner ha in serbo per la storia successiva.
Che siano situazioni immediatamente divertenti o più sottili e ragionate, la sensazione di soddisfazione nel leggere le strisce di the bus è sempre estremamente appagante.
the bus diverte per le sue trovate, per le (dis)avventure del protagonista, per la sua natura particolare e surreale, ma resta comunque difficile spiegare efficacemente perché the bus sia una lettura così profondamente emozionante, così come spiegare perché le emozioni date dalle esplosioni di colori di un quadro di Kandinskij o dalle righe e le “piastrelle” di uno di Mondrian.
La cosa migliore è quella di leggere the bus e capire da soli la sua (grande) forza. Non si può quindi che essere felici e gioire per la scelta di Barta Edizioni di portare the bus/il bus nel nostro paese, dando anche ai lettori italiani la possibilità di leggere questo vero gioiello del fumetto internazionale, in una bella e curatissima edizione, tra l’altro dal costo veramente contenuto (acquistabile qui, sul sito dell’editore).
Motivo in più per non lasciarselo sfuggire.
Nella speranza di vedere in futuro anche altre produzioni di Paul Kirchner, autore dalle grandi capacità che nel nostro paese non gode di quella notorietà e quel successo che meriterebbe, non resta che attendere la pubblicazione d the bus 2/il bus 2, che l’editore di San Giuliano Terme ha confermato essere nei loro progetti futuri.
Prima di lasciarvi, quindi, v’invito a fare un grande favore a voi stessi acquistando questa vera e propria gioia per gli occhi e lo spirito.>br>
Paul Kirchner
Figura particolarmente intrigante nel mondo dei comics, ** uno di quegli artisti che ha attraversato trasversalmente il settore, lavorando per i più importanti editori mainstream, come anche nel mondo underground.
Nato nel 1958 a New Heaven, nel Connecticut, frequenta la Cooper Union School of Art, abbandonandola però al terzo anno, quando cominciò a lavorare nello studio artistico fondato dalle due leggende dei comics Dick Giordino (il cui nome è legato ad un gran numero di titoli dei maggiori editori del settore come Charlton, Valiant, Marvel e soprattutto DC Comics) e Neal Adams (artista che non necessita sicuramente di presentazioni e di cui basta ricordare i suoi lavori su Batman e Green Lantern/Green Arrow): la Continuity Associates, che Adams dirige tuttora.
Dopo aver lavorato su alcune storie horror per la DC Comics ed avere collaborato con Tex Blaisdell su Little Orphan Annie, Kirchner lavorò per diversi anni come assistente di un’altra icona dei comics, Wally Wood.
Tra il 1975 ed il 1986, per la rivista High Times realizza l’iconico e psichedelico “western” Dope Rider, contemporaneamente alle strisce di the bus pubblicate tra il 1979 ed il 1985 per il magazine Heavy Metal.
Dope Rider
Nella prima metà degli anni ottanta ha realizzato le illustrazioni ed i comics contenuti nelle confezioni della serie di giocattoli “Robot Force” e dalla metà degli anni ottanta, per una decina d’anni, realizza fumetti per la Telepictures con protagonisti He Man, G.I. Joe, Thundercats, Power Rangers ed altri popolari personaggi delle serie animate per ragazzi di quegli anni, nonché vari altri comics, anche per Sports Illustrated Kids e VQ Magazine. È del 1986, l’ottima graphic novel poliziesca Murder by Remote Control, realizzata su testi dello scrittore Janwillem van de Wetering, disegna. A metà degli anni novanta decide di abbandonare il mondo dei comics, al quale farà poi ritorno nel 2013, per disegnare nuove strisce di the bus e tornare su Dope Rider, sempre per la rivista High Times.
Attualmente pubblica la striscia Hieronymus & Bosch per Adult Swim.
Hieronymus & Bosch
Molto attivo anche come illustratore, Kirchner ha lavorato regolarmente per The New York Times ed altre pubblicazioni e tra gli anni settanta ed i primi anni ottanta ha realizzato parecchie copertine per la rivista Screw — famoso ed ultra osteggiato settimanale pornografico creato nel 1968 da Al Goldstein (1936-2013), discusso e volgare personaggio, ma anche attivo sostenitore della libertà di parola, tanto da diventare un simbolo per i sostenitori del Primo Emendamento.
Ha pubblicato anche alcuni libri di non fiction su vari argomenti ed è attivo anche nel campo della pubblicità e come disegnatore di action figure.
Paul Kirchner vive nel Connecticut con sua moglie Sandy Rabinowitz, illustratrice specializzata nell’arte equina che lavora per varie riviste di equitazione, ed ha tre figli.
the bus
il bus (Edizioni Barta)
il bus
di: Paul Kirchner
Edizioni Barta
brossurato (con alette)
bianco e nero
96 pagine
2017