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Absolute Martian Manhunter (#1). L’identità come enigma interiore.

Author: Anders Ge.

Un viaggio visivo e concettuale nel fumetto DC più audace dell’anno: Absolute Martian Manhunter #01 tra identità, alienazione e sperimentazione grafica.

Absolute Martian Manhunter


Nota: Il fumetto di questa recensione è al momento disponibile solo in lingua originale. I fumetti DC Comics, compresi quelli della linea Absolute, sono editi in Italia da Panini Comics, che certamente editerà anche il titolo della recensione.


Intro
Quando si parla di rilanci editoriali, il rischio più comune è quello della superficialità: aggiornare l’aspetto dei personaggi o adattarli alle mode del momento senza scavare veramente in ciò che li rende interessanti. La linea Absolute di DC Comics, invece, con Absolute Martian Manhunter, sceglie un approccio più coraggioso e propone una reinterpretazione del personaggio che non si limita a rinnovarne l’estetica, ma scava nel suo nucleo concettuale con una profondità sorprendente. Il risultato è un fumetto che affascina, disorienta e invita alla rilettura.
Qualità rare, soprattutto in un’industria che tende sempre più alla standardizzazione.

Lo stile Absolute:
rileggere senza tradire
Absolute Martian Manhunter fa parte della nuova linea DC Absolute, che finora ha offerto versioni inedite di alcuni personaggi iconici (Batman, Flash, Superman, Wonder Woman e Green Lantern). Si tratta di un universo alternativo dove gli eroi vengono riscritti con maggiore libertà autoriale, mantenendo però alcuni elementi fondamentali della loro identità.
Nel caso del Martian Manhunter, ciò che resta intatto è la sua natura di outsider, di detective e di creatura in cerca di un equilibrio tra mondi. Ma tutto il resto è materia viva, da riscoprire e scoprire. L’investigazione diventa interiore, la minaccia non è un supercriminale ma il senso stesso di realtà, costantemente sfuggente. In questo senso, il fumetto si avvicina più a un thriller esistenziale che a una narrazione di genere.

Martian Manhunter #01

Il potere della narrazione:
Deniz Camp e l’indagine sull’identità (umana e aliena)
La narrazione si apre in medias res, con un evento traumatico: l’agente FBI John Jones sopravvive a malapena a una misteriosa esplosione. Fin da subito, però, il lettore comprende che il vero dramma non è fisico, ma psichico. Jones torna al lavoro, ma è assalito da visioni, flashback confusi, pensieri che non riconosce come propri. Le immagini che affollano la sua mente parlano di un passato che non è solo umano. Il dubbio iniziale si fa certezza: c’è qualcun altro dentro di lui, un’entità aliena che convive nella sua coscienza.
Questo tema — la coabitazione mentale tra due entità — è già stato esplorato in altre incarnazioni del Martian Manhunter, ma qui viene gestito con una raffinatezza narrativa nuova. L’indagine non è tanto su chi sia il marziano, ma su come Jones possa convivere con l’alterità assoluta. Non è un caso che Deniz Camp, autore brillante e in forte ascesa (già visto su produzioni Marvel, come il recente rilancio di The Ultimates), scelga una narrazione frammentata, costruita per allusioni e simboli, più vicina a un racconto di Philip K. Dick che a un classico comic supereroistico.

Martian Manhunter #01

Il potere dell’immagine:
Javier Rodriguez e l’arte della percezione
Se la scrittura di Camp è densa e stratificata, il lavoro di Javier Rodriguez non è da meno. La sua rappresentazione visiva dell’alieno è non figurativa: il Martian Manhunter appare come una massa di colori, una forma mutevole priva di confini, evocando la sua natura di mutaforma non con trasformazioni fisiche, ma con esplosioni cromatiche che invadono la tavola. Il corpo marziano non è rappresentato, è suggerito. Di fatto, la sua presenza è sentita più che vista. Spiazzante all’inizio, ma altamente evocativo.
Un elemento visivo ricorrente è il fumo colorato. Jones è un fumatore, ma ogni volta che accende una sigaretta, il fumo che ne esce non è grigio: è una nube astratta di tonalità cangianti. È un modo intelligente per rappresentare la confusione mentale, la telepatia, la sovrapposizione di coscienze, senza dover ricorrere a spiegazioni didascaliche. In una delle sequenze più efficaci, queste nuvole si avvolgono attorno al protagonista, visualizzando pensieri e sensazioni con un’immediatezza che solo il fumetto sa offrire.

Il potere della parola:
Hassan Otsmane-Elhaou e il lettering come voce della mente
Anche il lettering, spesso relegato a semplice funzione editoriale, diventa qui parte integrante della narrazione. Il lavoro che Hassan Otsmane-Elhaou fa tra le tavole è straordinariamente creativo e dinamico. Parole capovolte, testi sfocati, dialoghi che cambiano colore o forma in base alla voce interiore che li pronuncia, contribuiscono a dare vita ai personaggi e ai disegni di Rodriguez. La voce del Marziano è resa visivamente verde, non solo per sottolinearne l’alterità, ma per comunicare in modo sinestetico al lettore che quella voce non è quella di Jones: non è umana.
Questo livello di sperimentazione contribuisce a un’esperienza di lettura complessa ma appagante, dove ogni dettaglio — visivo o testuale — contribuisce a rafforzare la dimensione straniante della storia.

Martian Manhunter #01

Conclusioni:
un nuovo paradigma per il fumetto mainstream?
Il primo numero di Absolute Martian Manhunter è, a tutti gli effetti, una sfida al lettore, specialmente a quello impigrito dalla standardizzazione visiva e di scrittura che affligge molti fumetti di genere. Si tratta di un fumetto che richiede attenzione, apertura e disponibilità a farsi trascinare in territori narrativi meno battuti. Non si accontenta di raccontare una storia ma vuole farla vivere, anche a costo di confondere, disorientare e rallentare. E nel panorama attuale, dove la velocità di consumo ha spesso la meglio sulla profondità, questa è una presa di posizione rara e coraggiosa.
È anche la conferma del talento di Deniz Camp, già autore del notevole 20th Century Men (Image Comics, 2023 — al momento inedito in Italia), qui perfettamente in sintonia con l’energia creativa di Rodriguez e Otsmane-Elhaou. Insieme, il trio riesce a dar vita a un’opera che ha il coraggio di essere diversa e che proprio per questo si distingue nettamente dalla massa.
Un primo numero che non solo incuriosisce, ma che promette di ridefinire le possibilità narrative del fumetto supereroistico contemporaneo.

PSICHEDELICO


Voto: ★★★★½ su 5
Un viaggio sensoriale e concettuale, dove la forma è parte integrante del contenuto. Imperdibile per chi cerca qualcosa che vada oltre la superficie.


Absolute Martian Manhunter #01 (cover)

Absolute Martian Manhunter #01

Autore: Deniz Camp
Arte: Javier Rodriguez
Lettering: Hassan Otsmane-Elhaou

Editore: DC Comics
Linea: Absolute

USA

26 marzo 2025


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